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A voj scorar in dialet edizione 2021 > Daj’nte Fat

A voj scorar in dialet / edizione 2021
Daj’nte Fat

corso di dialetto 

quattro giovedi dalle 21 alle 22
dal 25 marzo in poi
su Zoom

Abbiamo bisogno di arte, di essere di parte, di dialetto nelle storie, nei fatti e nelle orecchie.

Ecco perché abbiamo deciso di esserci anche quest’anno con un corso di dialetto che non è un corso ma un percorso.
4 serate, 4 artisti diversi che con in dialetto giocano, insegnano, divertono, appassionano.

Siamo chiusi in casa? Per 4 giovedì usciremo insieme, attraverso uno schermo, sulle storie di 4 performer straordinari.

Ecco il calendario degli appuntamenti:

Giovedì 25 marzo
DENIS CAMPITELLI
“Vi racconterò di quella volta che la mia famiglia decise di rifare il tetto della vecchia casa colonica e di come la convivenza con i muratori per un lungo periodo fu, per così dire, variopinta… E anche di quella volta che sempre dei muratori trovarono, nel ristrutturare una vecchia casa colonica, un antico manoscritto: era Shakespeare, riscritto rigorosamente in dialetto romagnolo di Bertinoro”

Giovedì 1 aprile
RUDY GATTA
“Vi racconterò la mia storia: sono nato una quarantina di anni fa in un paesino della Romagna dove tutti parlano in dialetto e hanno un soprannome. E di quando a vent’anni ho iniziato a fare teatro e la mia vita è cambiata dopo l’incontro con il grande poeta romagnolo Raffaello Baldini… Av salút e stasí bèn!”

Giovedì 8 aprile
PIETRO BANDINI QUINZAN
“Av cuntarò d’in dov cl’ariva Quinzàn, un pò da i mont, un pò da ‘e pià, tra pasador, bagarèta e cuntadèn”

Giovedì 15 aprile
GILBERTO CASADIO
“Vi intratterrò con una conversazione dedicata a Dante e il dialetto romagnolo, con particolare attenzione alle traduzioni della Divina Commedia nel nostro dialetto, cercando di dare una risposta alla domanda su quale significato culturale possa avere questo tipo di operazione. “

Noi siamo pronti a Daj’nteFat, e voi? Avete un fatto da raccontare? 

#dajntefat #acasatua

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Gli incontri si terranno sulla piattaforma Zoom.
Il link verrà inviato agli iscritti via mail.

Costo
1 lezione 15 euro
4 lezioni 55 euro

Iscrizione
Tramite il form 

Pagamento
PayPal: distretto.a@gmail.com
Satispay: distretto A
Bonifico bancario: Distretto A – Faenza Art District /
IBAN: IT84F0611523700000000000433 c/o CASSA DI RISPARMIO DI CENTO

Specificare nelle note o in causale: corso dialetto 2021 / nome iscritto / lezione che interessa (in caso di acquisto singole lezioni)

Partecipando al corso di dialetto contribuisci a sostenere le attività del’associazione Distretto A e il lavoro degli artisti.

La nostra vignetta è tratta dal «Luneri di Smembar», di Tipografia Faentina, anno 2016.
Illustrazione di Emiliano Mariani

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Per Denis Campitelli, attore e autore, il primo incontro con il teatro avviene nel 2001 alla “Bottega del Teatro di Franco Mescolini.Nel 2009 incontra il Teatro Due Mondi di Faenza ed inizia con loro una collaborazione costante che lo porta in tournée in Italia e all’estero. La passione per la lingua della sua terra lo porta a scrivere diversi spettacoli in lingua romagnola. Nel 2015 è coprotagonista di un film Rai per la Tv dal titolo: “Una casa nel cuore”. Da allora sono diverse le incursioni nel mondo del cinema e della tv: “Tempo instabile con probabili schiarite” di Marco Pontecorvo (2015), “Loro 1” (2018) di Paolo Sorrentino, “Nero a Metà” (2019) di Marco Pontecorvo e “Volevo Nascondermi” (2020) di Giorgio Diritti.

Rudy Gatta debutta adolescente, dopo la non-scuola del Teatro delle Albe, in uno spettacolo di Marco Martinelli. A Milano conosce Raffaello Baldini il quale, visto che recita in dialetto, sottolinea la particolarità di una “lingua vecchia in corpo giovane”. Tra Baldini e Gatta nasce un sodalizio che continua fino al 2005, portando l’opera baldiniana nei teatri italiani. Fra gli ultimi lavori: il libro ‘E mònd’ Omaggio a Raffaello Baldini’ (Danilo Montanari), il Cortometraggio ‘E Diveri’ di Silvia Bigi, vincitore del Festival Internazionale Sedicicorto 14, e la partecipazione al film ‘Treno di Parole’ di Silvio Soldini, dedicato a Baldini, miglior documentario al Festival del Cinema di Roma 19.

Pietro Quinzan Bandini è un contadino, poeta, vignaiolo, musicista. La Romagna, il dialetto, i panorami delle prime colline faentine sono ingredienti del suo essere, del suo vino e della sua fattoria. Il suo prenderti per mano e portarti sulle strade di Castel Raniero è diventato Musica nelle Aie, una fra le feste più belle del nostro territorio.

Gilberto Casadio, faentino, è socio dell’Istituto Friedrich Schürr, l’associazione per lo studio e la tutela del dialetto romagnolo, nella quale riveste la carica di vicepresidente e direttore editoriale della rivista “La ludla”. 

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